Il Giro d’Italia è un lungo viaggio tra passione, eroismo e fatica.  Nei suoi 102 anni il Giro è stato raccontato da cronisti della radio, della Tv e della carta stampata. Fenomeno di sport, ma anche di costume, a lui si sono ispirate canzoni, romanzi e articoli che sono diventati pezzi di letteratura, come il famoso incipit di Mario Ferretti “Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi.”, apertura studiata anche oggi nei corsi di giornalismo. Amatissimo in tutta Italia, il Giro ha regalato emozioni ad ogni generazione e visto l’affermarsi di veri eroi del pedale: da Ganna e Girardengo a Binda e Guerra, e mitiche rivalità, tra Bartali e Coppi, Gimondi e Moser, e poi Baldini, Saronni, il pirata triste Pantani e Scarponi. Nomi leggendari, come le loro imprese, perché se gli dèi esistono almeno una volta sono saliti sui pedali al Giro d’Italia.

Specchio dei sentimenti di un Paese: è rimasto nell’immaginario collettivo lo scatto fotografico con lo scambio di borraccia tra Fausto Coppi e Gino Bartali, sempre rivali e sempre insieme, un confronto dove non sono mancati episodi di leggendaria cavalleria come riporta un lancio dell’agenzia ANSA, datato 18 luglio 1949, e relativo alla storica tappa sull’Izoard del Tour de France: “Nella discesa Bartali fora. Coppi lo attende e insieme giungono sul traguardo dove, senza volata, Bartali si aggiudica la tappa.” (ANSA) Bartali nella tappa conquistò la maglia rosa anche se sarà Fausto Coppi a trionfare sugli Champs-Élysées.

Nel tempo la rivalità tra campioni, che il pubblico identificava in idee avverse, si è stemperata in un più complice gioco di squadra tra gregari e campioni. A mettere entrambi sotto i riflettori ci pensò nel 1962 un giovane giornalista ravennate, Sergio Zavoli, con una trasmissione cult “Il processo alla tappa”, un format di incredibile successo e che ha innovato il linguaggio televisivo sportivo, oltre a rinverdire la passione degli italiani per il ciclismo.

L’edizione 2019 della Corsa Rosa è partita da Bologna, con la cronometro dal centro città a San Luca, lo scorso 11 maggio, e si concluderà a Verona il 2 giugno con la cronometro finale in Piazza Bra. L’undicesima tappa partirà dalla Piazza dei Martiri di Carpi mercoledì 22 maggio in un tripudio di rosa, il colore che accompagna la manifestazione che forse più di tutte ha rappresentato nella storia del nostro Paese, nel dopoguerra tormentato come negli anni sessanta o in decenni più recenti, la voglia di rinascere e di guardare con ottimismo al futuro. E per quanto sia cambiato il ciclismo e sia stato scosso profondamente nei suoi valori, come peraltro è successo a molte discipline sportive, in questa via rosa che attraversa le regioni continua a perpetuarsi l’idea che essere rivali ed essere leali non è impossibile. Non perdiamoci l’appuntamento della partenza dell’11ma tappa a Carpi, perché l’Italia ha tante facce ma la corsa rosa, tra fatica, accordi, fughe e volate, resta quella che più ci rappresenta. E anche il Borgogioioso rende omaggio alla “vie en rose” con un contest fotografico dedicato alle due ruote che sta riscuotendo tantissimo successo.