Sta tappezzando Bologna, facendo discutere, la campagna della Casa delle donne 2018 realizzata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ricorre il 25 novembre. Alle immagini forti, di donne guerriere in bianco e nero non prive di femminilità, unisce un messaggio inequivocabile: “TACI, ANZI PARLA”. Citazione di un noto testo pubblicato nel 1978, caro al femminismo italiano, di Carla Lonzi.
Un messaggio che è un invito a denunciare, a non lasciar correre, a non sottostimare e a non lasciarsi sminuire. Le donne, non solo italiane, alzano la voce contro la violenza che non può essere giustificata e che invece trova sempre più spazi, inattesi e non previsti, come testimoniano le cronache riportate dalla stampa ad ogni livello. Una violenza che non risparmia nemmeno i bambini.
Ed è soprattutto la famiglia e l’intimità con mariti, compagni e fidanzati a rivelare che esiste una difficoltà ad accettare la differenza del femminile. Picchiate e uccise perché indossano un abbigliamento non conforme ai dettami di una qualche tradizione, perché manifestano un’indipendenza d’opinione oppure perché provano a uscire da un rapporto che è diventato sopraffazione e non riconosce la loro alterità. La violenza sulle donne vuole ricondurle all’io totalizzante maschile che le riduce a una cosa. Una cosa in cui ci si autocompiace, da esibire come una decorazione, una cosa che se delude può essere cancellata. “Povero corpo, e sempre/ sei campo di battaglia./ Sventurato!”
Carla Lonzi scriveva: “Liberarsi per la donna vuol dire esprimere il suo senso dell’esperienza”. Un’esperienza che trova nelle parole della poesia la possibilità di tradurre la verità della propria anima.
Tra le tante iniziative di sensibilizzazione, presso il Centro Commerciale Il Borgogioioso di Carpi, domenica 25 novembre alle 16.00, reading di poesia sui diritti umani, sull’ospitalità e sull’accoglienza, organizzata dal Circolo ROSSOPIETRA dal titolo “La poesia non ha prezzo”.
Una lettura che vuole esprimere vicinanza e lanciare un allarme perché troppo spesso denunciare non basta: c’è un muro di stereotipi che isola le vittime, né si riflette abbastanza sulle conseguenze specie per i figli testimoni di epiloghi tragici.